giovedì 27 marzo 2008

per fiabe, per riviera

Ecco una foto dell'incontro del 13 marzo a Spotorno (SV) con Fiammetta Capitelli per presentare Fiabe liguri illustrate presso la biblioteca civica "Camillo Sbarbaro".

Domani invece saremo a Arenzano (GE), cambia provincia ma si resta nella mia riviera, quella di ponente:

Venerdì 28 marzo 2008 ore 17,00

Fiabe liguri illustrate

a cura di Anselmo Roveda
illustrazioni di Fiammetta Capitelli
introduzione di Beatrice Solinas Donghi
pp. 128, euro 12,00; Falco Editore, Cosenza 2007

E inaugurazione della mostra delle illustrazioni originali

Biblioteca Civica “G. Mazzini” P.zza Bolivar 1 - Arenzano

Seguirà rinfresco e due chiacchiere con gli autori

La mostra resterà aperta sino a sabato 5 aprile in orario di apertura della bibliteca

INGRESSO LIBERO



“Con queste Fiabe liguri illustrate mi sono trovata coinvolta prima ancora di conoscerle, in quanto tra le fonti di esse figurano anche un paio di mie raccolte. A monte delle mie Fiabe a Genova e dei due volumi distinti e indipendenti di Fiabe liguri (1980 e 1982) stavano quelle narrate nei secoli e nei millenni da narratrici e narratori per lo più analfabeti e fissate poi, non prima del tardo Ottocento, nelle raccolte scritte dei folcloristi. Io non sono stata una fonte, dunque, nemmeno parziale: solo un anello della catena, un congegno di trasmissione, come già Italo Calvino dichiarava d'essere per le sue splendide e irrinunciabili Fiabe italiane. Chi abbia a che fare con le fiabe, specie quelle di matrice popolare, non è mai un autore o contafavole individuale e isolato: viene a far parte della grande corrente della tradizione, orale o scritta che sia. Le nuove raccolte basate su fonti autentiche, quale è questa di Anselmo Roveda, hanno il merito di rinnovare, vale a dire di riportare alla freschezza delle origini, trame che parevano ormai usurate da troppi rifacimenti buttati giù stancamente o rimaneggiati in modo sciatto e approssimativo. Ed è un bene che, essendo ormai destinate quasi in esclusiva ai bambini, siano rese più invitanti da un corredo illustrativo, qui affidato a Fiammetta Capitelli.”
(dall’introduzione di Beatrice Solinas Donghi)


Ad Arenzano sono cresciuto, ma questa è un'altra storia.
Vi racconto solo del molo, giù al porto.
Alle medie lo si percorreva con gli amici senza esitazioni.
In alto sul cemento c'erano punti larghi come il piede, sotto a sinistra tre o quattro metri di salto e la banchina (di cemento pur'essa), sotto a destra quattro o cinque metri di salto e gli scogli e le onde a schiantarsi contro. Qualche anno fa sono tornato lì, in una bella sera di pioggerella e ho capito che il coraggio dei dodici anni non è quello dei trenta. L'avvedutezza neppure
Ora quando riesco torno al molo, lo guardo e sorrido. Nel frattempo però qualcuno ha posto un cancello di ferro a fermare il coraggio inconsapevole dei dodicenni.

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